Una è sempre stata un po’ ribelle: è nata davanti a due pinte al pub e ha inondato le frequenze, prima web e poi DAB+, di tanta bella musica che non passava sui canali “ufficiali”.
L’altra è un po’ più intellettuale: è nata in una libreria e ha contribuito a ridefinire e valorizzare il ruolo del traduttore negli ambienti letterari, anche fuori dalla Svizzera. Entrambe si conoscono, collaborano e si vogliono bene. Questa è la storia di Radio Gwen e Babel, due associazioni che compiono 20 anni insieme, e del loro percorso per diventare grandi. **CREDITI:** **EDITING-MIX-SOUND DESIGN**: Armando Ferrazzo **VOCI NARRANTI**: Camilla Rabbogliatti, Marco Jäggli **MONTAGGIO:** Marco Jäggli, Arianna Gamba **REDAZIONE -INTERVISTE** a cura di : Arianna Gamba, Tiziano Meyer, Camilla Rabbogliatti , Cristian Ferretti **SUPERVISIONE EDITORIALE:** Marco Jäggli, Cristian Ferretti, Andrea Palamara **MUSICHE** a cura di: Gregor Quendel Realizzato con il prezioso supporto della Fondazione Svizzera per la Radio e la Cultura (FSRC)
A cavallo tra il 2005 e il 2006 nascono due associazioni culturali molto diverse tra loro, ma mosse da venti comuni: Babel e Radio Gwen. Chi sono stati i fondatori, quali erano gli ideali e i bisogni alla base di queste due realtà? Quali sono stati i primi passi? E perché una risottata (o una birra guasta) avrebbero potuto cambiare tutto?
Dopo aver poggiato i primi passi, Gwen e Babel spiccano il volo, incontrandosi per la prima a volta a Londra nel 2015. In questa puntata scopriremo le loro missioni e le loro peculiarità, i loro punti di incontro e le loro differenze, oltre a tante altre persone che ne fanno parte.
Si si, tutto molto bello, però che ruolo hanno i volontari in tutto questo? Quali sono le comunità che ruotano intorno a queste due realtà? E perché una delle due, a un certo punto, ha seriamente rischiato di chiudere?
Ciò che il bruco chiama ‘fine del mondo’, il resto del mondo chiama farfalla”. Ancora una volta un detto cinese ci aveva visto giusto: quelle che sembravano crisi diventano opportunità ed entrambe le associazioni, ora ventenni, guardano al futuro con occhi diversi. Ma cosa ci aspetta, in questo futuro?