Cari saluti da Zurigo
Di Arianna Girella, sound design di Fabio Bruno. Non si tratta dell'ennesimo magazine sulla diaspora italiana, ma di uno sguardo nuovo e diretto sulla città, attraverso le storie, le voci e le esperienze di chi la abita. Il nome del programma, Volter, è un gioco di suoni e significati: evoca l'idea di voltarsi, di cambiare prospettiva, di osservare ciò che ci circonda da un altro punto di vista. E come il Cabaret Voltaire fu un luogo di incontro per le avanguardie del primo Novecento, Volter vuole essere uno spazio di scambio – non per le menti più brillanti dell'epoca, ma per le voci italiane che ogni giorno animano le strade di Zurigo.
In questa puntata, Volter si muove tra i parchi di Zurigo. Con Fedro come compagno di cammino, il viaggio attraversa giardini meno noti — dal futuristico Parco MFO, dove l’acciaio incontra le foglie, fino alla misteriosa Villa Patumba, che porta con sé le ombre del colonialismo. Tra una conversazione e l’altra, emergono riflessioni sulla memoria storica, sulla street art come forma di protesta e sull’importanza di questi luoghi come pause consapevoli nella frenesia cittadina.
Nel primo episodio, Volter si immerge nel cuore di Zurigo, in Spiegelgasse 1. Qui infatti, tra le mura di un piccolo retrobottega, nel 1916 nacque un movimento che cambiò per sempre la storia dell’arte. Monica Unser, assistente curatrice del Cabaret Voltaire, ci guida in un viaggio nel tempo, raccontando come da quel luogo fatto di musica, poesia e provocazione nacque il Dada — un movimento che rifiutò ogni regola e che aprì la strada a una nuova libertà espressiva.